
Castelrotto un piccolo paese che ci ha fatto innamorare a prima vista!
La seconda tappa ci ha portato in un paesino stupendo ai piedi dell’Alpe di Siusi, con un campanile al centro così incantevole da sembrare un dipinto: Castelrotto.
Buongiorno a tutti i TrentinoAltoAdige Lovers! Oggi la nostra Benelli ci ha portato in uno dei paesini più belli che abbiamo incontrato durante il nostro tour: Castelrotto. Questo piccolo comune di 7000 persone ai piedi dell’Alpe di Siusi è una tappa da fare assolutamente. Al centro del paese svetta il caratteristico campanile della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruito tra il 1846 e il 1849.

Per chi vuole esplorare un po’ il territorio circostante ci sono diverse soluzioni: dal centro del comune infatti potrete intraprendere diversi sentieri a piedi, più o meno impegnativi a seconda della vostra preparazione fisica, o sfruttare la comodissima seggiovia che vi porterà fino a 1500 metri di altitudine in un attimo facendovi ammirare dall’alto un panorama mozzafiato. In pochi minuti siamo così arrivati al rifugio Marinzen: una piccola oasi di pace dove oltre a gustare ottimi manicaretti potrete trovare un’allegra famiglia di caprette che vi terranno compagnia durante tutto il pranzo ( cercando di intenerirvi per ricevere qualche leccornia). La bellezza di questa struttura è dovuta proprio alla simbiosi che si è creata con la natura circostante. Anche in questo caso le famiglie sono ben accolte e i bambini non si potranno annoiare visto lo spazio accogliente e la presenza degli animali , protagonisti indiscussi! Ci teniamo a ricordare ai genitori che gli animali però non sono giocattoli… purtroppo ci è capitato di vedere qualche bambino un po’ “troppo esuberante” nei riguardi delle splendide caprette del Marinzen.
Dopo la giornata tra Stelvio e Resia avevamo davvero bisogno di una pausa per immergerci nella natura e dal rifugio basta percorrere pochi decine di metri per ritrovarsi in mezzo ad un sentiero fatto solo di silenzio e verde, lontani dalle grida e dalla “civiltà”. Percorrendo uno dei tanti sentieri siamo stati sorpresi da una “finestra” aperta tra la vegetazione con vista sul paese che come potrete vedere dal video fa davvero rimanere senza parole.
La nostra giornata si è conclusa con un’ospitalità così calorosa e intima che non avremmo più voluto andar via. Un grazie speciale va infatti a Katja e alla sua meravigliosa struttura Hotel Villa KastelRuth. Difficile spiegare a parole l’atmosfera e la bellezza di questo hotel. Entrando si percepisce subito una grande cura del dettaglio, dal bar alla piscina, dal giardino alla vasca idromassaggio all’aperto con sauna annessa. Entrando in stanza come vedrete nel video si viene rapiti dalla vista sulle Dolomiti, così vicine che sembra di poterle toccare (in questo caso la nostra Sony Alpha 6500 non ha dovuto fare molta fatica)… Inoltre la cucina è un vero fiore all’occhiello per la struttura, lo chef ci ha davvero stupiti con i suoi piatti elaborati e innovativi ma con un occhio alla tradizione e alla scelta di materie prime eccezionali. La fortuna ci ha fatti arrivare a Castelrotto per ferragosto e il clima di festa ci ha davvero emozionato. Abbiamo partecipato ad un aperitivo a bordo piscina carico di ostriche, gamberoni, calamari e infinite altre prelibatezze. Posti come questi riescono a lasciare un segno dentro, un bellissimo ricordo che conserveremo. Grazie ancora a Katja per averci fatti sentire a casa!

Lasciato Castelrotto ci siamo diretti al bellissimo Lago Di Carezza, tanto piccolo quanto suggestivo. Situato nell’alta Val d’Ega a 1.534 m e incastonato tra fitti boschi di abeti, proprio sotto le pendici del massiccio del Latemar, che a sua insaputa si specchia nell’ acqua cristallina diventando il soggetto perfetto per ogni amante della fotografia, e della bellezza.
Questo lago non ha bisogno di presentazioni ulteriori perché è una delle mete più gettonate dai turisti che arrivano da ogni parte d’Italia e non solo per guardarlo e immortalarlo. Ci sono però molte leggende che ruotano attorno ad esso e almeno una vogliamo condividerla, quella della bellissima Ondina, ninfa che ne abitava le acque. Lo stregone del Latemar se ne era innamorato e tentò più volte di rapirla. Un giorno, consigliato dalla Strega del Masarè, fece apparire sopra il Lago di Carezza un bellissimo arcobaleno allo scopo di attrarre la ninfa. Quando quest’ultima uscì dalle acque vide lo stregone e fuggì spaventata. Allora il mago, preso da gran furore, prese l’arcobaleno e lo gettò in mille pezzi nel lago. Da quel giorno nelle acque del lago di Carezza si rispecchiano tutti i colori dell’iride. Guardare per credere…
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