
Ghali, dai palazzi ai palazzetti
Mai nella mia vita avrei pensato di andare al concerto di un trapper. Le attenuanti ci sono se il trapper in questione è Ghali, forse il migliore di questa generazione e se sei di Milano sai cosa significa “Son Baggio zingarello”.
Ghali si è preso il Forum ed è incredibile se si pensa alla sua storia: nasce come membro della Troupe d’Elitè (la stessa di Ernia, altro rapper milanese, al momento in grande ascesa) senza avere però troppo successo, poi la svolta con il suo album chiamato “Album”, ed i singoli “Ninna Nanna”, “Habibi” e “Cara Italia”.
Un concerto che è più uno spettacolo con continui siparietti e video che raccontano la sua famiglia, spesso citata nei suoi testi. Padre in carcere e madre emigrata dalla Tunisia, invitata sul palco verso la fine del concerto a dimostrazione del grande legame che li unisce.
Si passa dai suoi classici come “Wily Wily” ad un pezzo in collaborazione con un altro trapper di tendenza oggi: Capo Plaza.
Ghali è “un po’ italiano e un po’ tunisino”, un po’milanese e un po’ di Baggio, non ha una sola identità, ma forse è proprio questo il suo bello.
Alla fine di tutto l’unica cosa importante è la sensazione che un concerto ti lascia addosso una volta usciti, e il concerto di Ghali ti lascia addosso qualcosa di bello, il resto non conta.